martedì 20 novembre 2012

napoli

Ridono le colline ai margini della città, per una fantastica vista sui quartieri della città e la baia scintillante, questo è particolarmente degno l'osservazione di notte, quando è possibile vedere le luci delle isole di Procida e Ischia oltre. 

martedì 6 novembre 2012

Lasciare Napoli

Una mattina scendo   dalla mia casa sui quartieri per andare  Alla Rinascente,col desiderio di  comprare una camicetta.
Attraverso Spaccanapoli,    la      strada che va dai Quartieri Spagnoli al quartiere di Forcella, tagliando in linea retta la città di Napoli. Quest'arteria ha origini antichissime: è infatti uno dei tre decumani (quello più vicino al mare) in cui i romani, basandosi sulla costruzione greca, organizzarono la città. Passeggiando per Spaccanapoli sembra che il tempo rallenti e acceleri assieme ai vostri passi, portandovi per mano lungo la millenaria storia della città. Qui non ci sono solo i palazzi antichi, le chiese, ma anche le leggende e gli inconfondibili odori della cucina napoletana. Non stupitevi di nulla: lungo il percorso di Spaccanapoli potrete incontrare splendide chiese e famiglie che vivono nei bassi, artisti-artigiani e abusivi che vendono di tutto. Da un po' di anni piccoli hotel e bed and breakfast sono sorti lungo il percorso, permettendo ai turisti di vivere Napoli proprio come fanno i napoletani. Spaccanapoli è un budello stretto, in cui napoletani, turisti e motorini convivono, non molto pacificamente. Ma non c'è un luogo della città che potrà raccontarvi meglio l'anima di Napoli, la sua essenza che qui si svela senza trucchi. Atrraverso strade piene di mercatini di frutta, ortaggi, abiti usati
per ritrovarmi nella vasta a eampia via Toledo.  attraversando stradine, vicoletti, strettoie, mentre ogni tanto compariva una plendida chiesa, un cortile mozzafiato del seicento.

             Le chiese di Napoli sono antiche e affascinanti, molte sono avvolte anche da un'aura di mistero. Chiese di grande valore storico e culturale, gotiche e barocche, più o meno maestose, dalle facciate tetre e festose, dominano vichi e vicarielli, piazze e strade. Fra queste spiccano quella del Gesù Nuovo, con i suoi segni esoterici e la caratteristica facciata, che condivide con il palazzo dei diamanti di Ferrara, e i suoi interni che sono un vero e proprio tripudio del barocco napoletano. Quella di Sant'Angelo al Nilo (meglio conosciuta come Cappella Brancaccio), con il presunto tesoro nascosto sotto la statua del Dio Nilo che si trova proprio nel cuore di Spaccanapoli, e quella di San Francesco di Paola, basilica di stile neoclassico, che insieme al Palazzo Reale domina Piazza del Plebiscito, la costruzione di questa chiesa fu frutto del compimento di una profezia del Santo. La bellissima chiesa gotica di Santa Chiara, maestosa ed austera, con il suo splendido chiostro maiolicato, merita senz'altro una visita, sebbene l'impianto originale sia stato distrutto da un incendio causato da un bombardamento nel 1943. O ancora Santa Maria la Nova con una stupenda cupola affrescata e che ha dal 2
Ebbene, proprio come i suoi abitanti, anche le chiese a Napoli hanno una loro storia tutta da raccontare: non vi resta che sedervi e leggerla.

Continua la passeggiata per le grandi piazze
Napoli 
Le piazze di Napoli sentono  il sole  fervido de l mattino e  la brezza delicata delle sere d'estate, vivono il freddo di inverni piovosi, ascoltano le risate e le chiacchiere dei ragazzi la sera, ma sono anche inondate di cemento, violentate dai motorini e dal rumore dei claxon. Le piazze a Napoli spesso sono maltrattate e usate come parcheggi, ma non sono mai abbandonate: sono le protagonisti vigili di tutto quello che accade in città. Ce ne sono di grandi e piccole: la regina è Piazza del Plebiscito, punto di partenza e arrivo di ogni visita turistica e delle passeggiate dei napoletani. La rivale per importanza è Piazza del Gesù, proprio nel centro lungo il percorso di Spaccanapoli, luogo di ritrovo per i giovani universitari e non. A poca distanza c'è San Domenico Maggiore, piccola, raccolta con i tavolini dei caffé all'aperto. Un po' più su, arrampicandosi per la strada dei musicisti di San Sebastiano e superate le bancarelle dei libri a poco prezzo di Port'Alba, si arriva a Piazza Dante. Larga, un po' triste, è vivacizzata solo dai ragazzini che giocano a pallone. Dante, dall'alto del suo monumento, sembra dire: "Che ci faccio qui?". Non me ne accorgo, ma mi trovo a via Caracciolo, nei pressi di Castel Del'l'Ovo
Fiero e malinconico, coccolato dalle onde del mare, il Castel dell'Ovo sorge sull'antico isolotto di Megaride. Le leggende fanno a gara per impossessarsi di un po' di storia del castello: c'è chi dice che il suo destino e quello di tutta Napoli fosse legato all'integrità di un uovo gelosamente custodito nei sotterranei e chi sostiene che il nome della città sia ispirato a Partenope, sirena approdata sull'isolotto di Megaride priva di vita. Ma non dimentichiamoci di Niccolò, l'uomo – pesce che portava al re le gemme preziose situate nei cunicoli sotto l'isolotto. La salita verso la parte alta del castello regala degli scorsi molto suggestivi, ma il punto più bello è certamente la Terrazza dei cannoni, che si trova nella parte più alta del castello e da cui si gode di una vista meravigliosa sul Golfo. Come contorno a Castel dell'Ovo, non poteva che esserci un borgo dalla struttura caratteristica e dall'atmosfera suggestiva: il Borgo Marinari di Napoli, costruito per dare una casa ai pescatori e poi nel corso dei secoli diventato luogo di caffè, ristorantini particolari e circoli nautici. Questo microcosmo è di una bellezza sorprendente, Decido di sedermi al sole per prendere un caffè ,
 con un po' di sole, il vento fra i capelli e la macchina fotografica, passo delle ore indimenticabili, lontana dal caos cittadino e
dallo smog.
Napoli - Modi di dire - foto di Finizio

 

Tutte le città hanno i loro dialetti e le loro espressioni caratteristiche, ma Napoli anche in questo fa capitolo a parte. Per sentirsi a proprio agio in questa città è assolutamente necessario conoscere alcuni modi di dire, derivanti dalla saggezza popolare e dal gergo che si evolve di continuo, senza i quali è difficilissimo comunicare. Piccole parole, a volte formate anche solo da due lettere, sono in grado di esprimere in modo efficacissimo interi concetti. Di globalizzazione linguistica a Napoli per fortuna non se ne vede neanche l'ombra, le espressioni popolari resistono e si fanno portavoce della vera, autentica, identità napoletana.
mi viene in mente di andare anche avisitare la Cappella del Principe di S,Severo. Ma sono un po' stanca e penso che ci andrò un altro giorno, proprio per guardare con attenzione.
Il Cristo velato è una delle opere più affascinanti e misteriose che si possono vedere a Napoli. Si racconta che il velo di marmo sul corpo del Cristo, sia in realtà un velo in tessuto, trasformato in roccia grazie ad uno speciale liquido inventato dal sinistro Principe di San Severo, illustre alchimista. Molti, invece, sostengono che il sorprendete effetto sia tutto frutto del talento di Giuseppe Sanmartino, lo scultore che realizzò il Cristo velato. Il ritrovamento di una stanza segreta e di alcune macabre opere, visibili nella Cappella San Severo, hanno contribuito a dare al Principe e al Cristo velato un'aura di mistero. La Cappella merita una visita non solo per il Cristo ma anche per le altre opere presenti in questo piccolo gioiello nascosto tra i vicoli di Napoli: un luogo ricco di simboli esoterici e religiosi, che noi vi aiutiamo a scoprire leggendo l 

Avrei voluto visitare anche la città sotterranea, criptica, i teschi delle Fontanelle, le case di alcuni
poveracci che si erano ricreato un ambiente familiare là sotto. I graffiti antichi sulle mura giallastre.

Ma perchè questo desiderio di vedere tutta la mia criprica e solare città ?  Non lo so, ma c'era qualcosa che mi faceva intuire che non sarei più rimasta nelle mie tre città. Laddove ero nata e cresciuta.
Forse avevo già deciso. E' qualcosa che ti prende all'improvviso, come un impulso o una pemonizione cui non puoi resistere.
Sì, me ne sarei andata. Avrei lasciato gran parte del tempo perduto  per andare dove?

domenica 4 novembre 2012

Clarice Lispector

Il linguaggio è il mio sforzo umano.
Per destino deve andare a cercare
e per destino torno a mani vuote.
Però-ritorno con l'indicibile